"A chi di competenza" è un modo ormai datato di indirizzare una lettera a un destinatario generico quando non si è a conoscenza del nome (né del genere) della persona che riceverà la lettera. Questa formula – spesso alternata a formule equivalenti tra cui "a chi di dovere" o "a chi di interesse" – implica che la lettera sia indirizzata a una o più persone interessate al suo contenuto e autorizzate ad agire di conseguenza.
Ma andiamo dritti al punto. La domanda che dovresti porti è: cosa posso utilizzare al posto di questa formula di apertura ormai stantia?
Quando questa frase fu coniata per la prima volta, sicuramente si rivelò un'ottima soluzione al problema: come indirizzare una lettera a un destinatario ignoto? Tuttavia, con il passare degli anni, è diventata una vittima del suo stesso successo, tanto diffusa da sembrare un residuo di un altro secolo. Inoltre, utilizzandola si rischia di dare l'impressione di non essersi impegnati affatto a trovare il nome del giusto destinatario né a personalizzare la lettera per la candidatura in questione (della serie "copia, incolla e invia a tutti").
Quindi, quali altre formule di apertura si possono utilizzare? Diamo un'occhiata ad alcune alternative.
Il modo migliore per iniziare una lettera di presentazione è indirizzarla al giusto referente: il responsabile del processo di assunzione o il recruiter che si occupa di analizzare le candidature per la posizione in questione.
Che alle persone piaccia leggere il proprio nome è scientificamente provato, e questo vale anche quando ricevono una lettera da un estraneo. Il fatto che tu ti sia preso la briga di trovare il nome della persona a cui rivolgerti dimostra il tuo interesse e la tua attenzione ai dettagli. Inoltre, è più probabile che una lettera inviata a una persona specifica riceva risposta rispetto a una lettera indirizzata all'intera azienda o a un dipartimento.
A volte il nome della persona che si occupa delle assunzioni è specificato all'interno dell'annuncio di lavoro, ma spesso non è così. Dai un'occhiata al sito web dell'azienda, concentrandoti sulla sezione dedicata alle posizioni aperte e sulla pagina "Chi siamo", dove a volte viene pubblicato l'organigramma aziendale.
Se non riesci a trovare il nome della persona a cui indirizzare la tua lettera nemmeno lì, prova a dare una sbirciatina su LinkedIn (sulla pagina aziendale o, in caso, chiedendo a qualcuno che ci lavora).
Ancora niente? Ti resta sempre un'opzione: chiama e chiedi! Di' alla persona che ti risponde che ti stai candidando per un lavoro, specifica di che posizione si tratta e chiedi il nome (come si scrive e, in caso, il genere) della persona che si occupa di esaminare le candidature.
Una volta ottenuto un nome, apri la lettera con una delle seguenti formule, evitando così "A chi di competenza":
Alcune aziende, per svariati motivi, preferiscono non comunicare i nomi dei responsabili delle assunzioni: per una questione di privacy, perché potrebbero avere diversi responsabili o perché preferiscono inoltrare tutte le candidature al dipartimento Risorse Umane. In questo caso dovrai trovare un'altra soluzione, che ti illustreremo di seguito.
Se non riesci a trovare il nome della persona che si occupa delle assunzioni per la posizione in questione, esistono diverse alternative preferibili a "A chi di competenza".
Supponiamo che tu stia facendo domanda per una posizione presso un'azienda chiamata Acme. Nel caso di un'azienda di piccole dimensioni, puoi indirizzare la tua lettera all'intera azienda: "Al team di Acme", "Gentile team di Acme". Se, invece, si tratta di un'azienda di medio-grandi dimensioni, indirizza la tua lettera al reparto in cui vorresti lavorare o al reparto HR: "Alla c.a. del dipartimento IT di Acme", "All'attenzione del dipartimento Risorse Umane di Acme".
Nella scelta della formula di apertura più appropriata, ricordati che gioca un ruolo importante il tono adottato dall'azienda nel rivolgersi al suo pubblico (sul suo sito web e sui profili social). Se noti un approccio piuttosto informale, puoi giocarti quest'informalità a tuo favore aprendo la lettera con una formula più diretta.
Alternative a "A chi di competenza"
Infine, puoi decidere di evitare del tutto la formula di saluto e strutturare la tua lettera come un promemoria aziendale, con un Oggetto breve ed efficace in cui definisci lo scopo della lettera per poi lanciarti subito nel paragrafo introduttivo.
Oggetto: Posizione aperta per Responsabile IT presso Acme
Avendo lavorato come specialista informatico nel corso degli ultimi otto anni, sarei lieto di essere preso in considerazione per la posizione di IT Manager pubblicata recentemente sul vostro sito.
La formula di saluto "A chi di competenza" – e le sue varianti "A chi di interesse" o "A chi di dovere" – è ritenuta accettabile, ad esempio, nel caso in cui un ex collega ti chieda una lettera di referenze da utilizzare per una o più candidature. Quando l'intento è quello di inviare la lettera a futuri responsabili delle assunzioni e datori di lavoro i cui nomi sono ancora sconosciuti, "A chi di competenza" è infatti la soluzione ideale. Un'altra situazione in cui questa formula di saluto è ritenuta accettabile è quando si inviano lettere di reclamo relative a beni o servizi.
Escludendo questi casi, "A chi di competenza" è ormai diventata una formula obsoleta con cui rischi persino di sembrare scortese e disinteressato, facendo sorgere nella mente di chi riceve la tua lettera domande del tipo: “Ci avrà almeno provato a cercare il nome del responsabile?” e “Quanto davvero si sarà informato sull'azienda? È davvero interessato?”