Come cercare (e trovare!) lavoro in Germania

Cercare lavoro in Germania non è così impossibile, basta prima capire come funziona il mercato del lavoro e a chi bisogna rivolgersi per fare le prime ricerche. Attenzione però a imparare il tedesco!
Maria Russo (alias)
Aggiornato il 03 luglio 2024

Come cercare (e trovare!) lavoro in Germania

Quando si pensa alla Germania, quali sono le prime immagini che vengono in mente? Forse quella della storia più recente che l’ha segnata; o del rigore che (da sempre) la contraddistingue. O forse quella dei grandi pensatori come Immanuel Kant, Georg Hegel, Karl Marx e Friedrich Nietzsche; o dei magnifici compositori come Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms. Per non parlare della letteratura, dove lo Sturm und Drang di Goethe e Schiller è cosa nota (anche solo per sentito dire) a tutti; un po’ come le Cenerentola, Biancaneve e via dicendo, dei Fratelli Grimm. Anche se forse Albert Einstein vince il premio di più famoso di tutti.

Ad ogni modo, qualunque cosa ti sia venuta in mente, siamo tutti d’accordo su una cosa: la Germania è da sempre un Paese ricco di storia e di stimoli culturali, che fanno da fondamenta a un sistema che in linea di massima funziona molto bene. Tanto che pensare di trasferirsi a lavorare in Germania è oggi un’opzione da tenere assolutamente in considerazione. E non solo perché, rispetto all’Italia, gli stipendi sono in media più alti e riescono a far fronte all’aumento del costo della vita (anche se dipende dalla città, ne parleremo); ma soprattutto perché la multiculturalità e l’attenzione al benessere dei lavoratori costituiscono importanti punti a favore. 

Stai già facendo le valigie? Aspetta un attimo: prima di partire (fisicamente o meno) alla ricerca del lavoro dei tuoi sogni in Germania, forse conviene che tu sappia come funzionano altre cose, come il costo di un affitto, il mercato del lavoro e i documenti necessari. E poi, per esempio: ti sei procurato un vocabolario di tedesco?  

Il costo della vita

Partiamo pure da un presupposto: quando si parla del costo della vita in Germania, bisogna fare una distinzione tra Est e Ovest. Ovvero, mettere in conto che vivere in una città a Ovest è decisamente più conveniente che prendere in affitto un appartamento (o fare la spesa) in una qualunque a Est. Attualmente le città più care sono infatti Monaco di Baviera, Francoforte sul Meno, Stoccarda, Friburgo in Brisgovia, Heidelberg, Amburgo, Magonza, Darmstadt e Berlino.

Dato che però non sappiamo ancora dove lavorerai, possiamo (anzi: dobbiamo!) considerare il quadro generale, in cui la Germania si presenta subito come il Paese dove, sì: si vive bene. Quello dove il tasso di inflazione è rimasto intorno al 10% persino negli ultimi tre anni di crisi, con il Covid e la guerra in Ucraina di mezzo. Il Paese dove i prezzi sono tutto sommato stabili e moderati rispetto agli altri Paesi europei (solo l’8% più alti della media). 

In sostanza, il Paese dove fare la spesa costa meno che farla in Italia; anche se non è tutto oro quello che luccica, e dalle ultime statistiche dell’Ufficio federale di statistica Destatis è emerso che in Germania, nel 2022, la spesa per il consumo finale delle famiglie (corretta per il prezzo nel territorio nazionale) è stata superiore del 3,4% rispetto al 2021. Ma i servizi come la scuola, la sanità e i trasporti, funzionano sempre alla grande…e giustificano le tasse. 

Affitti

L’abbiamo detto: abitare a Est, non è come vivere a Ovest. In ogni caso però è chiaro che l’affitto si mantiene una delle spese più costose che dovrai affrontare in Germania. Secondo le stime di Numbeo il costo di un monolocale in centro si attesta in media intorno agli 825,40 €; mentre fuori città si parla di 621,60 €. Se prendiamo invece in considerazione una città cara come Berlino, un monolocale in centro costa intorno ai 1.317,19 € (giusto per intenderci: a Milano si spenderebbe sui 1.410,89 €). 

Inoltre, secondo un sondaggio dell’Ufficio federale di statistica Destatis, è emerso che le spese legate all’abitazione (consumi e manutenzioni varie) è quella che incide di più sulle famiglie: nel 2021 rappresentava ben il 37% della spesa mensile. Ovvero: su 2.623 € di spese per consumi privati, 966 € finivano tra i mattoni e le luci della propria abitazione.      

Fare la spesa costa meno che in Italia

Quanto costa in Germania 1 litro di latte? E qual è il prezzo al chilo dei pomodori, o di un formaggio locale? A meno che tu non faccia la spesa in qualche supermercato veramente molto conveniente, considera che in Italia il tuo carrello in linea di massima costa sempre più che in Germania. Così quel litro di latte acquistato a Berlino costa suppergiù il 20,1% in meno rispetto a Milano; quel chilo di pomodori, in Germania, ci fanno risparmiare 20 centesimi; un formaggio locale tedesco là si porta a casa con circa 12 euro, mentre qui con 16 euro. Insomma, il portafoglio ringrazia. Tranne che per il costo di 1.5 litro di acqua, più caro del 54.1% in Germania. 

Evviva la scuola (quasi) gratis 

Hai figli in età da asilo? O sei uno studente universitario, che ha voglia di trasferirsi in Germania e guadagnarsi qualche soldo mentre prosegue gli studi? In ogni caso, ecco una buona notizia: in territorio tedesco la scuola pubblica è (quasi) gratis. Università inclusa. Certo, se le spese sono basse c’è da ringraziare i contribuenti, che tuttavia sono ben contenti: in Germania la spesa federale nel settore “education” (leggi: istruzione) è pari al 4,3% del PIL, contro il 4% dell’Italia. Ma nel 2016, là si investivano 129,2 miliardi di euro; qui in Italia, si superano oggi ancora a stento i 65 miliardi.

Sanità

Prendi nota: in Germania non funziona come in Italia, dove l’assistenza sanitaria è qualcosa di (per così dire) automatico. Se hai deciso di recarti in territorio tedesco, ricorda che è obbligatorio che tu sottoscriva un’assicurazione sanitaria presso una Cassa malattia (Krankenkasse) tedesca. Ce ne sono di pubbliche e private, ma la scelta non è libera: è obbligato a iscriversi a una cassa pubblica chi ha un reddito lordo non superiore a circa 5.200 € lordi al mese; oltre che gli studenti fino al trentesimo anno di età, gli apprendisti e i tirocinanti. Il costo varia in base ai servizi aggiuntivi che ogni cassa malattia pubblica assicura.   

Il mercato del lavoro

Senti il campanello che suona? È la chiamata per uno dei circa 2 milioni di posti di lavoro vacanti in Germania. Nell’ultimo rapporto della Camera dell’Industria e del Commercio tedesco (DIHK), si è evidenziato infatti che nel Paese più di un’azienda su due ha difficoltà a reperire forza lavoro. Questo implica un rallentamento nella produzione, che rischia di mandare al collasso (seppur alla lunga) il sistema. Risultato: le aziende chiedono che siano facilitate le assunzioni di personale dall’estero. Se altamente qualificato, tanto meglio.   

Il contratto di lavoro

I contratti di lavoro tedeschi non sono poi molto diversi da quelli che vediamo in Italia, ma sussistono delle differenze. 

Il contratto a tempo indeterminato, per esempio, si può stipulare anche verbalmente (il datore di lavoro ha poi 30 giorni per redigere una forma scritta) e, oltre al periodo di prova, in Germania è prevista anche un’attività di prova: dura cinque giorni e anticipa la stipula del contratto. 

Il contratto a tempo determinato è invece sempre stipulato in forma scritta: se non c’è, si converte automaticamente in contratto a tempo indeterminato. Inoltre, se il contratto è giustificato da ragioni di carattere oggettivo (per esempio: i picchi di lavoro, la stagionalità e le sostituzioni), può non avere limiti di durata. Altrimenti, prevede la possibilità di essere rinnovato per due anni, e fino a quattro se c’è di mezzo una nuova attività. Illimitatamente, invece, se il lavoratore ha compiuto 52 anni e risultava disoccupato da almeno quattro mesi. 

Il minijob costituisce una forma di part-time atipico e tutto tedesco: prevede un massimo di 15 ore settimanali e un reddito massimo di 450 €, con il datore di lavoro che versa il 2% al fisco e il 28% alla previdenza. È molto frequente nell’ambito della ristorazione, dei servizi ai privati e nel settore commerciale.

Altre forme particolari sono il contratto di apprendistato (dove l’apprendista per due o tre anni riceve tra il 25% e il 45% della retribuzione di un lavoratore qualificato), e il job-sharing (con due lavoratori a tempo parziale che sostituiscono uno a tempo pieno).   

L’indennità di disoccupazione

2,8%: questo è il tasso di disoccupazione registrato in Germania a giugno 2022. A essere più precisi, oggi l’Ufficio federale di statistica Destatis ci dice che il tasso si attesta attorno al 3%, con 1,34 milioni di persone senza lavoro, ma una cosa è certa: si mantiene uno dei più bassi dell’Unione Europea. 

Ma in qualità di lavoratori UE il cui ultimo lavoro è stato in Germania, come funziona il sussidio di disoccupazione tedesco? In primo luogo, per riceverlo bisogna aver lavorato almeno un anno negli ultimi 30 mesi (o 6 mesi, se ci sono stati contratti di lavoro brevi), ed essere soggetti ai contributi previdenziali. In secondo luogo, è obbligatorio registrarsi personalmente a un’Agenzia per il Lavoro: si ha tempo 3 mesi (o 3 giorni, se la comunicazione della cessazione del rapporto di lavoro è inferiore ai tre mesi). 

È poi possibile trasferire l’indennità di disoccupazione da 3 fino a 6 mesi in un altro Paese UE. Questo significa che se perdi il lavoro in Germania e riesci a ottenere il sussidio di disoccupazione, puoi tornare in Italia e averne diritto fino alla scadenza. E questo vale anche al contrario.

Poche ore di lavoro e un salario minimo

In Germania la legge parla chiaro: nessuno lavora sotto la soglia minima di 8,84 euro lordi all’ora. Inoltre, è previsto un massimo di 8 ore giornaliere di lavoro e quindi un massimo (ma proprio massimo) di 40 settimanali. Tanto che la Germania vede le proprie ore lavorate ampiamente sotto la media OCSE, mentre prova a ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni. Non male per il primo Paese in Europa per abitanti ed economia, no?  

Come trovare lavoro in Germania

Se sei arrivato a leggere fino a questo punto, avrai capito che la Germania è un Paese che sta dalla parte dei lavoratori. Non stupisce quindi che l’assistenza che offre parta proprio dalla base, ovvero: dalla ricerca di un impiego. Tanto che è proprio il governo tedesco a evidenziare le posizioni aperte e quelle che necessitano di manodopera qualificata.

Le ricerche online e offline

Per iniziare la ricerca del tuo lavoro, una buona cosa è consultare il sito dell’Ufficio di collocamento in Germania. Qui potrai inserire i tuoi dati nel portale dedicato al lavoro, iniziare un corso di lingua tedesca (fondamentale!) o avere informazioni sull’attività che desideri avviare. Essendo cittadino italiano, anche il sito Eures della Commissione Europea è un valido aiuto. Ma se parli (e scrivi) molto bene il tedesco, puoi provare anche con le offerte di lavoro del Consolato italiano.  

Un’altra idea può essere poi quella di cercare tra gli annunci dei principali motori di ricerca per il lavoro sul mercato tedesco: stiamo parlando di Job Suche, o anche Careerjet. Ma butta sempre un occhio anche al sito del Governo tedesco! Non mancano mai informazioni in merito alle posizioni aperte qui e là.

E se sei già in terra tedesca, vai in edicola a comprare i principali quotidiani: puoi trovare scritte nero su bianco le offerte di lavoro che, chissà, magari fanno al caso tuo. 

E i liberi professionisti?

Per sapere come si fa ad aprire un’azienda, o come muoversi da liberi professionisti (Freie Berufe) in Germania, la cosa migliore da fare è consultare il sito del Ministero Federale dell’Economia: qui si trovano tutte le informazioni, nonché i suggerimenti, per iniziare. Per esempio, un’ottima dritta è quella di consultare il sito dell’Institut Für Freie Berufe, dove si può capire quali professioni sono considerate, per l’appunto, libere professioni.

I lavori più richiesti e quelli più retribuiti

Pillola informativa: in Germania si contano 3.5 milioni tra piccole e medie imprese (SMEs), lavoratori autonomi e liberi professionisti. E proprio riguardo alle SMEs, c’è da dire qualcosa di più: ossia, che costituiscono il 99% del business tedesco, hanno un fatturato che si attesta sotto i 50 milioni annui e meno di 500 dipendenti. Perché deve interessarti? Be’, considerato che la maggior parte di queste SMEs cercano forza lavoro e aprono volentieri le porte ai migranti, forse è il caso di non sottovalutare la loro importanza. 

I lavori più richiesti

Infermieri, medici, OSS, ostetriche: negli studi privati e negli ospedali tedeschi c’è sempre bisogno di personale qualificato. Così come c’è bisogno di lavoratori che si occupino delle tecnologie legate alla medicina e alla riabilitazione. 

Jackpot anche per i laureati in ingegneria elettrica, energetica e delle costruzioni. Ma essendo la Germania anche un Paese di motori (Volkswagen, BMW e via dicendo), vincono bene anche i professionisti dell’ingegneria meccanica e della produzione di veicoli. 

Buone notizie anche per gli scienziati e gli informatici: il settore STEM (acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics) offre molti posti di lavoro per occuparsi di meccatronica e automazione.

Non hai una laurea di questo tipo? Tranquillo, in Germania c’è carenza di autisti, cuochi, lavoratori agricoli e professionisti dell’industria alimentare. Se ci sai fare con i bambini (e hai le carte in regola), c’è posto anche per assistenti all’infanzia.

I lavori più retribuiti

Tra i lavori più retribuiti in Germania non ci sono solo quelli di maggiore responsabilità come il Direttore medico e l’Amministratore delegato (CEO); una fetta importante e molto remunerativa è anche quella che fa spazio ai direttori vendite e ai banchieri d’investimento. In sostanza, alle figure chiave nelle realtà aziendali. Un po’ come i responsabili IT, che in Germania hanno uno stipendio base di circa 78.000 €.  

Lavorare in Germania: i documenti e i requisiti necessari

Secondo la legge n°470 del 27 ottobre 1988 (poi rivisitata con la legge n°104 del 27 maggio 2002) per gli Italiani che lavorano all’estero è obbligatoria l’scrizione a titolo gratuito all’A.I.R.E. – Anagrafe Italiani residenti all’Estero (attenzione però: va fatta solo se è previsto un periodo all’estero superiore ai 12 mesi). Per farlo, dovrai rivolgerti al tuo Comune di appartenenza, che inserirà il tuo nome in un registro chiamato A.P.R. – Anagrafe della Popolazione Residente. Nota bene: è possibile compilare la domanda anche online, basta accedere al Portale dei Servizi Consolari .

La domanda va fatta entro 90 giorni dall’espatrio, ma se per qualche motivo non si sono rispettare le tempistiche, si può regolarizzare la propria posizione presentando l’istanza all’Ufficio Consolare di residenza. 

Il curriculum

Evitare il formato Europass e presentare un curriculum scritto in tedesco: requisiti fondamentali! È importante presentarsi con un curriculum ben fatto (dai un’occhiata ai nostri modelli di CV!), dove sono inserite le tue esperienze, nonché gli immancabili recapiti (per quello telefonico metti il prefisso italiano internazionale prima del tuo numero: +39). Se non sai il tedesco, evita le traduzioni fai-da-te e chiedi aiuto a qualcuno.

Le competenze linguistiche

Non sai neanche una parola di tedesco? Inutile girarci intorno: questo potrebbe essere un problema. La Germania è un Paese che offre molto ai lavoratori provenienti dall’estero, ma chiede in cambio che ci sia almeno una base di competenze linguistiche. Senza una minima conoscenza del tedesco, infatti, farai fatica a imbroccare nel mondo del lavoro e rischierai di essere anche un po’ tagliato fuori nei più svariati contesti sociali. Ma non preoccuparti: ci sono molti corsi per stranieri che partono da zero. Come si dice? Viel Glück!

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