Gen Z e il burnout da lavoro
Il 58% dei lavoratori appartenenti alla Generazione Z, ossia i nati fra il 1997 e il 2021, sostiene di soffrire o aver sofferto di burnout a causa dello stress lavorativo. Ed è proprio per questa ragione che Gen Z sta portando avanti una rivoluzione nel mondo lavoro, prioritizzando l’equilibrio fra vita professionale e personale.
L’infografica “Burnout? No, grazie: Il viaggio della Gen Z attraverso il work-life balance” creata da CVapp, azienda che si occupa di modelli di CV e Lettere di Presentazioni, testimonia il sovvertimento delle priorità e il conseguente riassestamento della scala dei valori di questa nuova generazione. I numeri parlano chiaro: un sano work-life balance è prioritario per i nuovi lavoratori e il loro impiego non occupa un ruolo centrale nelle loro vite. Infatti, ai primi posti c’è la famiglia, gli amici, l’amore e i loro hobby ed interessi.
Nuove tendenze del mondo del lavoro
Al tempo stesso, le cose stanno cambiando radicalmente anche per quanto riguarda il lavoro ideale. Gen Z non si accontenta di un impiego qualunque; quello a cui si dedicano deve avere un senso e, soprattutto, deve offrire opportunità di crescita ed essere inclusivo, meritocratico e attento all’ambiente. Inoltre, i giovani della generazione Z pretendono che l’azienda offra una retribuzione adeguata e conceda flessibilità di orario e sufficiente tempo libero, proprio per poter conciliare al meglio il lavoro con la vita privata.
Che succede però quando le cose non vanno per il verso giusto? Gen Z è figlia di internet, ma soprattutto dei social network, ed è proprio su queste piattaforme che i giovani lavoratori danno voce al loro malcontento e sfogano le loro frustrazioni lavorative. Sono nati così dei virali TikTok trends, che in alcuni casi prevedono misure estreme come licenziarsi in diretta; oppure decisioni impulsive come mandare candidature a raffica su LinkedIn. In ogni caso, questi hashtag sono seguitissimi e raccolgono milioni di views.